Io sono brutta lo sono sempre stata e non c’e’ speranza di avere il medesimo destino del brutto anatroccolo che poi in realta’ era un cigno.Una favola con la fregatura: ecco cos’e’ a dirla tutta!
Queste le parole di Giorgia simili poi a quelle di Chiara non troppo diverse da quelle di Daniele e vicine a quelle di Alessandro di Marta di Giovanna e di altri ragazzi e ragazze che hanno risposto alla domanda: “Come ti vedi?”.
Decine di interviste effettuate all’interno di alcuni laboratori curati dalla nostra Compagnia hanno evidenziato nella maggior parte degli “interpellati” un grande bisogno di identificazione una forte tendenza a plasmare se stessi e le proprie aspirazioni su modelli offerti web, televisione sport musica ecc e non ultima la grande difficolta’ ad accettare le proprie diversita’ ed offrirle come valore aggiunto.
Non tutti i nasi vengono col piercing parte da queste riflessioni e nasce dopo un immersione totale nel mondo dei nostri adolescenti ‘precoci’.
Una storia immaginaria di personaggi non veri ma assai vera perche’ tutto e’ accaduto e accade realmente.
Il corpo e’ il protagonista dello spettacolo come principale strumento di contatto con gli altri, un corpo mutevole che in adolescenza si modifica naturalmente in modo incontrollato o che a volte per qualche strano 3corto circuito4 si trasforma accentuando certe diversita’.
Il corpo a contatto con la scuola, l’amore, l’amicizia, il futuro, argomenti che per qualunque adolescente implicano dubbi, sofferenze, timori.
Lo spettacolo riflette e vuole far riflettere sulla necessita’ di omologazione e sulla difficolta’ di accettare e far “integrare” il “diverso” che e’ in ognuno di noi.
Un confronto con la percezione che gli adolescenti hanno con il proprio corpo in trasformazione sia essa di natura fisiologica sia indotta da una patologia.
Non tutti i nasi vengono col piercing e’ un affresco sul mondo degli adolescenti sull’inizio del periodo piu’ travagliato della vita dove la metamorfosi influisce su tutto.